

Questo significa che il Comune, così come molti altri enti locali costieri, non sarà in grado di partecipare perché ha già quasi raggiunto i limiti di assunzioni consentiti dalla legge per il tempo determinato. Non solo. La quota di cofinanziamento regionale è stata ridotta al 65% rispetto allo scorso anno e questo mette a dura prova le casse degli enti locali. A ciò si aggiunge il fatto che non è stato ancora trovato il modo di coinvolgere soggetti privati nei lavori di pubblica utilità. Questa nuova opportunità offerta al territorio non deve comunque essere sprecata. E dunque chi meglio della’Autorità portuale, magari anche attraverso le proprie partecipate, Porto 2000 e la Agenzia per il Lavoro Portuale, potrebbe costruire percorsi formativi e professionalizzanti per operare all'interno del porto? Sicuramente dare a un disoccupato la possibilità di inserire anche solo l'esperienza di pochi mesi di lavoro in porto nel proprio curriculum è altamente qualificante, anche in considerazione dell'altissimo livello di specializzazione che hanno le attività formative svolte dalla Port Authority.
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